CategoryAprile 2008

Domenica 20 aprile 2008 Asfalo – Mibladen

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Alle 5 e mezzo entra la luce e ci si alza, fuori c’è una gran ventolata, dopo due settimane di vacanza Tambone, suo malgrado, ricomincia a marciare portando il tagrart. Partiamo in carovana, noi con Tambone, Moha e la moglie, che stanno andando a Rich dove c’è la tenda della famiglia di lei e Hssein che va al souk di Midelt a fare compere. C’è un vento che porta via e i muli sono agitati, lungo la pista ci sono tante persone in cammino verso il souk. Entrando a Midelt dai viottoli col ciuco sembra di arrivare in un posto nuovo, si passa dalle vie secondarie, compriamo il grano per Tambone, poi salutiamo Hssein e ci facciamo accompagnare da Moha sulla pista per Mibladen. Bisogna passare dalle vie secondarie perché i vigili non vogliono che gli asini passino dalle vie della città. Ci fermiamo al souk per mangiare qualcosa e qui incontriamo Mohammed con cui ero andato a recuperare Tambone due settimane fa. Mangiamo insieme nel souk sconvolto da un vento violento e poi ci salutiamo. Camminiamo sulla pista asfaltata in direzione delle famose miniere di Mibladen, dalla strada passano sempre le stesse tre macchine che fanno da traghetto tra il villaggio e il souk. Dopo un paio d’ore di strada rettilinea su un altopiano arido e rosso costellato da cantieri di escavazione entriamo a Mibladen. Arrivando è un villaggio fantasma, grande, con tante case e villette in stile francese quasi tutte abbandonate, è il classico paese nato per la miniera e morto con la miniera. Superata la zona un tempo abitata dagli europei si incontra un recinto che delimita una sorta di medina dove abitavano i minatori marocchini. Veniamo avvicinati da un omino baffuto che ci vuole vendere minerali, ci tampina e vuole portare il ciuco a casa sua che dice essere sulla montagna. Attraversiamo il villaggio, è quasi tutto abbandonato ma un po’ di abitanti ci sono, riappare il tipo di prima che ci vuole ospitare, mi vuole assolutamente far vedere dei minerali. Ci porta in una delle villette più belle, lego il ciuco e vado a vedere l’esposizione di questo mercante che è veramente molto bella. Raccoglie pezzi di tutto il Marocco, minerali e fossili, compresi alcuni tarocchi. Serena mi chiama, Tambone è steso in terra con tutto il carico e la corda che fissa la sella sotto il collo lo sta facendo soffocare. Taglio la corda mentre arriva un donnone enorme e incredibilmente rapido che in un attimo libera il mulo dal carico e poi lo tira su. Porto Tambone dentro il recinto della villa e il donnone mi fa vedere come si fanno i nodi che si sciolgono velocemente. Nel bel salottino della villa ci prendiamo il the, il mercante ha capito che con noi affari ne fa pochi e cambia subito la versione sulle distanze: prima ci consigliava di dormire qui perché Aouli è troppo lontano, ora dice che conviene raggiungerla perché lì c’è meno vento. Andiamo a vedere le miniere di galena che si trovano proprio all’ingresso del paese, sono scavate nella roccia rossa con tante grandi gallerie tutte in fila, grandi tanto da poter fare entrare dei camion e si perdono nella montagna. All’interno di queste grandi caverne artificiali ci sono ancora ben evidenti i filoni del minerale. Poco più avanti ci sono grandi accumuli di azurite e malachite e poi ancora altre gallerie. In realtà è un’estensione di molti chilometri disseminata di tanti cantieri per lo più a cielo aperto. Cantieri, discariche e villaggi di baracche si susseguono a perdita d’occhio. Come succede sempre nelle miniere abbandonate ci sono tanti ex minatoriche continuano a scavare alla ricerca di pezzi pregiati per i collezionisti, in questa zona cercano soprattutto la vanadinite rara e spettacolare con i suoi cristalli rossi. Rientriamo alla casa museo, c’è un gran vento, chiedo se c’è la possibilità di dormire qui a Mibladen, alla fine dopo una serie di ordini e contrordini rimaniamo a dormire qui. È una casa stranissima, tutta blindata, tutte le stanze sono piene di minerali e fossili c’è anche un garage dove ho messo la sella strapieno di geodi in costruzione. Madani e suo fratello (chissà se sono fratelli per davvero) sono lo stereotipo del mercante arabo, raccontano un sacco di balle e si contraddicono a vicenda, però alla fine sono simpatici e gentili e poi con questa ventolata dormirre qui c’ha fatto davvero comodo.
   

Sabato 19 aprile 2008 Midelt – Asfalo

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Chiudiamo gli zaini e lasciamo l’albergo con grande soddisfazione del nonno. Dopo un po’ di contrattazioni troviamo un pick-up che ci porta fino a Tizouite, da qui un viottolo in due chilometri ci porterà a Asfalo. Veniamo “braccati” da una ragazza che ci porta a casa e ci offre lenticchie e the. Ha la valigia pronta e vuole andare in Italia o comunque in Europa, è gentile e premurosa, ma anche molto agitata, vuole proprio andare via, sa che siamo gli italiani col mulo e sperava che potessimo darle una mano a partire. Ci salutiamo scambiandoci comunque gli indirizzi. Dopo una mezz’oretta di cammino con gli zainoni arriviamo alla casa, lasciamo gli zaini e accompagnati da Hssein andiamo a salutare Eto e il resto della famiglia alla tenda. La tenda è sempre un posto magico e rilassante, con il focolare acceso e la luce che filtra da tutte le parti. Facciamo merenda, poi Eto va a dare il cambio a Moha che è alla montagna con il gregge. Rientriamo verso casa con i due fratelli, poi Moha mi porta alla collina della terra rossa dove ci sono tanti geodi. Quando fa buio rientriamo, lui va alla tenda e noi si rimane alla casa con Hssein, la moglie e tre delle tante figlie di Eto. Ceniamo con una pietanza mai mangiata in precedenza, una specie di zuppa di latte cagliato con le patate e poi si dorme tutti insieme nella stessa stanza, qui ci si sente proprio parte di una famiglia.
Non sono neanche le nove e siamo già tutti a letto, qui non c’è l’energia elettrica e tutto è regolato dalla luce del sole.
   

Venerd?¨ 18 aprile 2008 Midelt

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Dobbiamo andare a prendere Fatima ad Asfalo, sembra impossibile ma nessun tassista conosce Asfalo. Alla fine di una trattativa svenante si parte, arrivati a Tattouine il tassista ci vuole scendere dicendo che la strada finisce lì, altra trattativa e si riparte “n’est pas logique” ci ripete e si ripete a nenia. Si ferma tre volte dice che lui non è mai venuto qui e nemmeno nessun taxi, che la strada è pericolosa (è una strada sterrata). Pensavo al solito teatrino, ma questo è veramente spaventato, dice che siamo matti e che vuole tornare indietro. Arrivati alla fine della pista andiamo alla casa e il tipo ci segue bisbigliando continuamente: “n’est pas logique”, attacca anche qui la nenia, ma viene chetato da Moha da qualcosa di simile: “oh pigliati il the e un me rompe’ i coglioni”. Colazione e si parte, Fatima è tutta contenta di risparmiarsi tre ore di mulo col pancione. Arrivati a Tattouine il tassista si rianima, diventa brillante, carichiamo un tipo che viene a Midelt a cui racconta tutto esaltato l’avventura incredibile, paragonabile a un Portoferraio – Nisportino. Arriviamo all’ospedale ma non c’è il dottore, il re è venuto all’ospedale ha visto che le cose non andavano bene e ha fatto pulizia. Venerdì prossimo Inschallah ci dovrebbe essere il dottore.
In serata parte Parlamento il forum di Elbaeumberto e domattina si parte anche noi.
   

Giovedi 17 aprile 2008 Midelt

  Sono quasi due settimane che siamo qui, per fortuna il tempo è brutto e rende meno pesanti queste giornate statiche. In realtà scrivere mi piace e il tempo scorre veloce, è inviare il materiale che diventa svenante, per fortuna che Serena mi sbologna un sacco di cose.
   

Mercoled?¨ 16 aprile 2008 Midelt

 
E’ dal primo giorno a Midelt che cerco di entrare nella biblioteca, cerco delle carte con indicate le piste di montagna per ricostruire più esattamente possibile la traversata dell’Atlante. È un centro bello il responsabile che mi mandava sempre indietro con mille scuse stamani è tutto gentile e servizievole, prima non si poteva perché c’era il re. In realtà è un centro polifunzionale molto bello con una scuola per disabili, una sala conferenze, un museo e una grande biblioteca, peccato che i libri sono tutti sotto chiave esposti come cimeli e le carte non si possono vedere, però ci danno dei dolcini boni, probabilmente avanzati dai festeggiamenti reali.
Il responsabile del centro tesse grandi lodi al giovane re che sta rimodernando il paese e che aiuta i Berberi. Dopo mezz’ora da guida turistica col disco, comincia a venir fuori l’orgoglio Berbero, ma l’arrivo di due pancioni baffuti rovina tutto facendolo tornare cerimoniere senza opinione.
Mi sposto verso un cyber nella speranza di riuscire a spedire, appoggiati a un muro bianco is mimetizzano due ragazzi europei occhi spenti e bracci tatuati, sembrano meduse sciolte al sole.
Mi rattrista vedere che gli europei che si incontrano o sono inquadrati nei gruppi organizzati oppure sono alla ricerca di droghe. Il fondamentalismo islamico per come lo vedo io da qui è un movimento “intellettuale” lo si respira a volte nei cyber, sicuramente non fra i contadini o i pastori e trae forza da questi esempi sciatti di occidente, e sona più o meno così: “guardateli, pecoroni o larve”. Sicuramente se fossi un ragazzo di una città araba ne sarei affascinato.
   

Marted?¨ 15 aprile 2008 Midelt – Tattouine – Asfalo

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Alle 7 e mezzo la moto è tutta linda davanti all’officina che ci aspetta, giro di prova e si parte, a parte i freni funziona tutto.
Prendiamo la via per Tattouine e ci fermiamo al convento dei frati  francescani appena fuori dal centro. E’ un bel posto con una piccola chiesa, architettura da kasbak, chiacchieriamo un po’ con un frate francese, che ci parla della tolleranza della gente barbera e di come siano inseriti nella comunità locale, molto diversa è la situazione nelle zone arabe, i frati conservano gli arredi e i documenti dell’ ex convento algerino di Tibhirine, mi colpisce la lettera testamento di Christian de Chergé, uno dei sette frati uccisi dagli integralisti algerini nel 96, che ho voluto ricopiare integralmente dentro Posa di Sole. Lasciamo il convento e ci dirigiamo verso Tattouine, la moto è scarsa di potenza e quando si trova salita e fango Serena deve scendere, la cosa più divertente sono i guadi. Andiamo in direzione di Asfalo, lasciamo la moto dove finisce la strada e prendiamo il viottolo, la tenda non c’è più è stata spostata, andiamo alla casa dove ritroviamo Moha che sta arando con i muli e Hssein che cava patate. Si chiacchera un po’ e ci si da appuntamento a venerdì per accompagnare Fatima, che è incinta di otto mesi, all’ospedale per la visita ginecologica con un taxi, altrimenti sarebbe andata con il mulo insieme al marito.
L’idea è di andare a vedere le miniere di Mibladen, ma troviamo il motore con la ruota bucata e quindi bisogna spingere per una ventina di chilometri. Lungo la via incontriamo Eto e la nuora con gli asini che stanno andando a fare la legna, la tenda è stata spostata vicino a una sorgente  più in alto verso la montagna per essere più vicina ai pascoli. Dopo un paio di ore arrivo a Tattouine, dove ho la fortuna di incontrare Lassen, che vista la situazione mi viene incontro e mi dice di seguirlo, è un uomo gentile dalle mani enormi, ha una bella casa circondata da meli, con calma e abilità ripara la camera d’aria ormai maciullata, dà fuoco al mastice con l’ accendino e poi ci mette le toppe, mi spiega che lui è il meccanico di tutti a Tattouine, fa un lavoro egregio che gli porta via tanto tempo. Lassen è un Marocchino anomalo, mi sembra un contadino nostrano preciso e orgoglioso della sua campagna che è tenuta benissimo. Dopo una sempre gradita merenda rifiuto l’invito a rimanere nella bella casa fra i meli, si riparte ma dopo qualche chilometro ribuco. Rientro a Midelt che il sole ha già posato.
   

Luned?¨ 14 aprile 2008 Midelt

 
Appuntamento alle 8 in lavanderia per noleggiare una macchina e andare a fare un giro nella zona mineraria. L’appuntamento con la vettura viene rimandato di mezz’ora in mezz’ora fino all’una.
Nel frattempo vado dal barbiere che mi vuole affidare la figlia diciassettenne per farla sposare in Italia.

Alla fine l’attesa si dimostra una grande perdita di tempo, l’amico dell’amico dell’amico del lavandaio arrivato apposta da Meknes mi fa compilare una serie di fogli paurosa e poi mi chiede  una franchigia assurda e quindi non se ne fa di niente.

Girando per officine alla fine trovo una motoronda 50, quattro tempi e quattro marce  e ci accordiamo per domattina.
   

Domenica 13 aprile 2008 Midelt

bandiere
Oggi è una bella giornata, dopo questa tre giorni da istituto luce dei tempi d’oro, pensieri per la testa ne passano tanti, ormai ci conoscono tutti siamo gli italiani, non torna che si stia tanto qui sono abituati a vedere stranieri solo di passaggio. Tutti vogliono sapere che ci facciamo qui e pensano che sotto ci sia qualcosa di poco chiaro, anche all’hotel ci guardano con sospetto.
Questa zona è famosa per le miniere ormai quasi tutte chiuse e continuamente veniamo avvicinati da tipi che ci propongono minerali e fossili, qualcuno racconta anche delle cose interessanti. La cosa più antipatica e schifosa sono i venditori di droga, li riconosci da lontano perché sono vestiti all’occidentale e hanno sempre gli occhiali scuri, se entri in un bar ti si mettono vicini e ostentano le loro merci con lo scopo preciso di farsi vedere, cercano di vendere delle polveri che aspirano dal dorso della mano e  l’hashish, odio questa gente schifosa vili annebbiamenti  garanti delle dittature e per questo tollerati dai regimi a tutte le latitudini.
Comincio a essere stufo di città ma la storia è sempre quella se voglio far funzionare il sito, Base Elba e scrivere gli articoli, queste pause urbane sono inevitabili.
Oggi in Italia ci sono le elezioni è la prima volta da quando ho diritto al voto che non assolvo al mio dovere e nonostante sia schifato dai politici e dalla politica mi vergogno di questa mancanza. Dopo questa tre giorni dentro una parata di regime mi rendo meglio conto di cosa sia la democrazia
   

Sabato 12 aprile 2008 Midelt

  C’è sempre il re ma non lo considera più nessuno, lungo la strada ci sono solo militari, la gente è andata via. Sua maestà  lascia Midelt nel primo pomeriggio e la città riprende il suo ritmo ordinario, torna il sole e comincia a riaffiorare un po’ di spazzatura.
   

Venerd?¨ 11 aprile 2008 Midelt

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L’albergo è vicino alla grande Moschea dove nel pomeriggio il re andrà a pregare quindi è gia tutto blindato e le telecamere sono state spostate per girare il filmato della fede. Riusciamo comunque ad uscire spostandosi nella zona esterna al percorso reale. Il dietro le quinte è holliwoodiano, c’è uno spiegamento di forze enorme con tanto di tende militari e cucine da campo, rispetto al giorno prima però è tutto molto più tranquillo, nei bar di periferia ci sono frotte di uomini in divisa imboscati. Rientriamo in centro, è tutto bloccato il sovrano deve ancora andare a pregare, ci sono tante persone venute dalla campagna per vedere, si sono messi il vestito bono e con  il pane nella catana sono arrivati a Midelt. La maggior parte delle persone  non lo vede per niente ma sono tutti affascinati dalla scenografia, fa strano che sia tutto a colori, questo film che dovrebbe essere girato in bianco e nero. 
Dopo la preghiera rimane tutto bloccato, i poliziotti hanno ordini rigidi e la gente si lagna in silenzio senza protestare, tiro du’ urli e passo approfittando del privilegio di essere straniero. In serata è tutto più tranquillo.