quarzazate

atlante_sud

Al mattino colazione da nababbo: burro appena fatto, cosi bianco che sembra panna, marmellate fatte in casa da spalmare su crepes appena sfornate, latte condensato e nescafe da sciogliere nell‘acqua calda, omelette e the alla menta.
Arriva Houssain e si parte, si scende da un viottolo ripido ripido, provano a staccarmi e mi devo impegnare per tenere il passo. Prima di lasciare Imlil andiamo a scuola per il secondo contatto di “Base Elba”. La scuola è piccolissima e fredda, in pratica un prefabbricato e i bimbi sono tutti infagottati, l’insegnante è una giovane ragazza che parla francese e mi dice divertita che è tutto chiaro perché parlo molto bene con le mani.

Iniziamo a scendere verso il fondo valle, poi la pianura si distende permettendo di ammirare l’imponente catena dell ‘Alto Atlante dominata dal monte Toubcal.

La pianura è fertile e tutta coltivata. Iniziamo a salire, lungo la strada tante persone che cercano di vendere minerali con degli spettacolari cristalli rosso sgargiante, che a quanto ho capito non esistono in natura e vengono prodotti artificialmente. Credo che qualche mestierante del settore ci sia anche all’Elba. L’ultimo tratto sale con spettacolari tornanti stile Stelvio fino al passo di Tizi n’Tichka a 2260 metri di altitudine, scendendo verso ovest il paesaggio cambia notevolmente, le rocce diventano rossastre e poi rosse e le case sono tutte di Pisè (fango e paglia). Si fa fatica a capire cosa è abitato e cosa no, è difficile anche riconoscere una casa da una stalla.
L’ambiente è molto arido e le capre pascolano distanti fra loro perchè i piccoli cespugli sono sparsi fra le rocce, si incontrano donne con carichi enormi di legna sulla testa, fanno chilometri e chilometri per recuperare il combustibile da utilizzare per cucinare e scaldarsi.Arrivando al fondo valle il paesaggio, pur essendo sempre arido, è ricco di campi coltivati che sfruttano l’acqua originata dalle nevi delle vicine vette, fa strano vedere contemporaneamente la neve e i datteri maturi sulle palme. Prima di entrare a Quarzazate si incontrano i famosi studi cinematografici (qui hanno girato tanti film famosi da Lawrence d’Arabia, a Il the nel deserto e il più recente Il gladiatore) con pacchianissime finte statue egizie all’ingresso.Quarzazate fu costruita dai francesi negli anni 20 come avamposto militare ed è famosa perché ha ospitato la legione straniera.Come impatto non è un gran che, una serie di case in cemento sui lati della strada principale. Sono affascinato dalle officine sono sempre affollatissime, per via delle strade e del parco macchine datato, i meccanici sono bravissimi e trovano sempre una soluzione, magari non la migliore ma il problema lo risolvono. I ricambi scarseggiano e quando si rompe qualcosa spesso si costruisce il pezzo di ricambio , di solito i braccetti delle sospensioni vengono sostituiti con le balestre , non è raro vedere macchine con una balestra da un lato e braccetto dall’altra, si adattano semiassi e cambi di modelli diversi, i carrozzieri usano tanto il legno sopratutto per gli specchietti retrovisori e ritagliando i contenitori di plastica del detersivo fanno le pale per le ventole dei radiatori. Ho visto una Renault 12 col pianale di legno e la sospensione posteriore in ferrotubi. Faccio una passeggiata fra i campi , il terreno è scuro e fertile qui vicino c’è un lago artificiale che alimenta l’acquedotto della città, un tubo si è rotto e i contadini prontamente hanno fatto una serie di solchi per irrigare i campi. La maggior parte delle persone si sposta a piedi, si vedono tante piccole sagome che si perdono nella campagna al tramonto illuminate dalla luna quasi piena.