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Kerkouane ?
Kerkouane è considerato il più importante sito archeologico Punico, si trova a una quindicina di chilometri da Kelibia è uno dei motivi per cui ci siamo fermati qui, in questo percorso di avvicinamento a La Galite. Il sito fu scoperto dai francesi nel 1952, restaurato e dichiarato patrimonio immobile dell’umanità. In realtà sembra che la vera Kerkouane sia stata ritrovata da alcuni archeologi italiani alla metà degli anni settanta a un paio di chilometri più all’interno, ma non solo non furono mai condotti dei veri scavi, ma fu distrutta e sepolta per sempre con le ruspe e l’esercito in una sola notte per volere dell’allora presidente Bourghiba; aveva investito per promuovere il sito e non voleva stravolgere i lavori di recupero archeologico, di viabilità e di pubblicità.
Probabilmente sono arrivato in questo sito prevenuto dopo aver sentito i racconti sulla seconda distruzione di Kerkouane (la prima l’avevano fatta i soldati romani sotto la guida di Attilio Regolo nel 256 a.c) ma la città cartaginese è una delusione, il sito è in gran parte ricostruito in maniera grossolana e il cemento la fa da padrone ovunque. È comunque un luogo suggestivo affacciato sul mare e circondato da palme nane, ci sono resti di colonne e mosaici, forni per la lavorazione dei metalli, ma i famosi bagni con le vasche rosse (i cartaginesi avevano le vasche da bagno dentro le abitazioni private) sono invece pacchianamente ricostruiti con il cemento.
In effetti esiste un villaggio che la gente chiama Kerkuoane ma nessun cartello stradale lo indica e si raggiunge solo con una strada secondaria, la zona archeologica cancellata è sepolta nei campi abbandonati e nei coltivi, nessuno ne sa nulla o comunque non ne vuole parlare.
Il caldo diventa soffocante, si va al mare. È una costa che alterna spiaggie bianche a scogliere “Pianosine” il mare è trasparente e poi non c’è nessuno a parte le capre che arrivano fino alla battigia nella speranza di trovare qualcosa da mangiare fra scogli e sabbia. Passate le ore più calde a mollo, si continua a camminare verso Cap Bon, ritornano le dune che si spengono nella campagna arsa dove pascolano capre e mucche, si comincia a vedere gente soptratutto ragazzi che pescano, c’è anche un pescatore magrissimo che fregandosene del Ramadan si sta cocendo un paio di pesci mentre fuma, il mare chiama per un'altra nuotata e poi arrivati a Dar Allouch con un passaggo ritorniamo a Kelibia.
Manca poco al tramonto e come da copione i ragazzi che passeggiano per i vicoli stanno montando le chiare d’ovo nelle ciotole per fare i dolci del Ramadan, e davanti ai panai che sfornano c’è la fila.
Dopo cena ci fermiamo a fare due chiacchiere con Tarek, un ragazzo di ventuno anni che lavora nel bar dell’italiano e che è alla ricerca di una fidanzata, “una seria non una puttana” dice “ ma è sempre più difficile bisogna trovale di dieci dodici anni se no è un problema”.
Poi mi spiega “qui non è come da voi, una ragazza che esce da sola e parla con gli uomini è considerata una puttana, io ne conosco tante a noi ragazzi ci piace stare con loro, anche solo per parlare, però non vorrei mai sposare una donna che si veste che si vede le cose, una così qui non se la sposa nessuno, trova solo marito vecchio che ha già avuto cinque mogli. Meglio che ti scegli una di dieci anni, ti fidanzi e poi quando hai i soldi fai una casa, ti sposi e fai i figli”
– Così te intanto ti diverti e lei sta in casa o va in giro velata insieme a mamma.
“Si però può andare a scuola e poi può lavorare per quello che ha studiato, questo è giusto. Però è un problema è sempre più difficile se studiano a Tunisi cambiano, non si vestono più come si deve, le ragazze che studiano non fanno il ramadan vanno a giro la notte a Tunisi e sono tutte puttane.
Sai anche le ragazze di Kelibia che studiano, qui vanno a giro con il velo e sempre con la mamma o le sorelle o le sorelle del fidanzato, ma quando sono a Tunisi girano vestite come puttane con i cosi nel naso e fumano, ti giuro l’ho visto quando sono andato a Tunisi”.
Ride Tarek quando mi racconta e mi racconta anche di come tanti invece di lavorare cercano di sposarsi una turista straniera magari anche vecchia così con la pensione uno vive come un pascià.
Chissà come sarà fra vent’anni, mi rimane difficile pensare che le adolescenti di oggi diventate donne se ne staranno velate dentro le loro case mentre gli uomini se ne stanno spaparanzati al cafè fino all’alba.