Image I visti
Oggi è una giornata importante, gli uffici pubblici riaprono, ottenere il prolungamento del visto è fondamentale per il proseguimento del viaggio, c’è assolutamente bisogno di una sosta per  aggiornare il sito, spedire i servizi e preparare come si deve la risalita del Nilo. Andiamo all’ufficio visti, è un edificio piccolo con le finestre sbarrate e il cancello della porta allucchettato dall’interno, sembra una prigione. Ci sono tante persone, quasi tutti beduini egiziani in fila per ottenere visti per andare a lavorare all’estero. Come capita spesso ci individuano come stranieri e ci fanno passare avanti, aprono il cancello e ci richiudono dentro, ci fanno accomodare nella stanza del capo con il quale sono tutti molto ossequiosi e reverenziali. Il boss ci fa un po’ di domande e poi ci concede velocemente i sei mesi di soggiorno. Si compila i questionari, consegnamo le foto e la documentazione richiesta e attendiamo che sia completata la pratica. L’ufficio è mandato avanti da due donne che compilano un po’ tutto, mentre i gendarmi sono occupati a controllare la porta e a fabbricare scatole ritagliando cartoni. Il capo firma i documenti e custodisce i preziosi timbri che poi vengono apposti da il gendarme incaricato che tutto fiero appone timbri con grande energia e precisione, quando gli vengono bene se li guarda compiaciuto, ma quando sbaffa richiude velocemente i documenti impiastrando tutto d’inchiostro fresco e cercando di non farsi vedere dal capo. In una mezz’ora abbiamo risolto quello che sembrava il problema più difficile con poco più di un euro a testa, incredibilmente veloce ed economico soprattutto se confrontato col dispendio di soldi ed energie che sono stati necessari per passare meno di un mese in Libia. Torniamo in centro passando dal souk che come sempre è il luogo più vario e colorato e senza volerlo ci troviamo in mezzo a un concitato comizio di un predicatore di strada, è una predica così accalorata che la voce rimane strozzata ed esce un suono stridulo e contrariato. Tra la gente c’è chi accorre divertito come per assistere ad uno spettacolo, ma tante persone ascoltano seriosamente assai coinvolti dalle urla accalorate. In realtà non capisco niente di quello che dice ma nell’aria si sente forte la tensione, come se potesse scoppiare un tumulto da un momento all’altro.