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Mister La
La prima sosta della giornata è dal frittellaio che è sempre più sorpreso di questa lunga permanenza a Mut “tumorow Luxor?” Ogni giorno è più caldo, le uniche creature che sembrano gradire questa temperatura sono le mosche. Dopo una giornata a leggere e scrivere, nel secondo pomeriggio, quando la temperatura comincia a calare, si va a fare un giro nella campagna intorno al paese dove i contadini protetti dai cappelli a tesa larga di paglia, lavorano nei campi di grano e nei palmeti. È bello il contrasto di colore fra il grano maturo e il verde del palmeto, anche in questa oasi ci sono tanti canali che regimano l’acqua che scorre tiepida e ricca di ferro tanto da tingere tutto di rosso ruggine, ci sono anche tanti piccoli stagni salati che con il gran caldo si stanno asciugando lasciando sul terreno grandi piastroni brillanti di sale. La depressione di Mut confina ad est con il deserto roccioso e ad ovest con il mare di sabbia che si trova proprio a ridosso dell’oasi, dopo pochi minuti di cammino verso ponente si incontra la prima piccola duna, è strana perché si trova nel mezzo dei terreni coltivati. La ricchezza d’acqua fa si che in questa oasi ci siano tanti uccelli, soprattutto tortore e ibis, ma anche piccoli trampolieri e numerose altre specie, dopo un accenno di deserto si entra nel fitto del palmeto dove ci sono tante persone a lavoro, la gente di questa oasi è molto più aperta ed espansiva rispetto alle altre visitate prima e la differenza la si nota soprattutto nelle donne che non hanno mai il volto velato e sorridono sempre, è un oasi ricca e ben tenuta con grandi palme e tanti animali, soprattutto mucche assai corpulente. Dopo aver incrociato un grande pozzo da cui sgorga acqua ferrigginosa, ci ritroviamo al limite del deserto dove seminascosti nella sabbia ci sono i resti abbandonati di un insediamento antico, probabilmente si tratta di “Mut el Kharab” (Mut la rovinata), una cittadina risalente al periodo Romano e a quanto pare abitata fino a un paio di secoli fa, ci sono resti di muri in mattone crudo e pareti intonacate di bianco, dalla sabbia sbucano anche tanti cocci di ceramica di vario colore che ricordano il deserto nei pressi di Saqqara e fanno pensare ad una necropoli antica. Il sito è molto interessante ma purtroppo arriva il guardiano, un ragazzino spaurito che ci manda via senza spiegazioni con il classico La (no) ad ogni domanda. È un’area abbastanza vasta e ci sono diversi ingressi insabbiati che sembrano Mastabe, sono scavate all’interno di una collina di roccia tenera striata di giallo e poi cosa assai interessante ci sono degli accumuli ferrosi, come scorie di lavorazione, molto pesanti e di varia pezzatura, sarebbe bello rufolare un po’ e saperne di più, ma Mister La ci manda dietro anche i cani, per la verità più pigri che aggressivi e per evitare storie si prosegue. Ci si gode un sole gigante che tramonta dietro le dune e poi dall’oasi si rientra verso Mut.