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Il mare vivo
Stamani la baia è in secco più del solito, si vedono anche le ancore delle barche ormeggiate più a largo, il pensiero va allo tzunami e a cosa succederebbe se arrivassero su queste isole assolutamente piatte una serie di grandi onde anomale, magari causate da un terremoto nella vicina Sicilia.
Poi la marea inizia a salire e sale tanto di più rispetto al solito: è arrivato il mare vivo, è la prima volta da quando siamo qui. Normalmente la marea ha un’escursione di un ottantina di centimetri ma quando c’è il mare vivo può superare anche i due metri.
È un fenomeno legato ad una serie di fattori, la luna, le correnti, ma soprattutto il vento, quando soffia da nord-nord ovest il mare comincia a salire e sembra che voglia inghiottire tutto, arriva fino   al limite della case costruite per i turisti, mentre i villaggi sono stati saggiamente costruiti più all’interno. Il mare vivo è un po’ il limo dei pescatori perché porta verso terra il pesce e rende ricco di vita animale un mare altrimenti quasi sterile.
In serata ritorniamo a Ouled Kacem per cercare uno studio, così qui viene chiamato un piccolo alloggio, ma si trovano solo case grandi. Anche qui è arrivato il morbo del cemento e tutti stanno costruendo all’impazzata, decine e decine di cubi di cemento che crescono da tutte le parti nella speranza di ospitare turisti, un’urbanizzazione senza regole che sta rovinando l’architettura semplice ed elegante da presepe di mare del villaggio. Fathy è amareggiato per non essere riuscito a trovare quello che cercavo, gironzoliamo per il paese che la sera prende vita con la gente sta a veglia ai bordi della via su sedie e materassi in un clima di grande rilassamento e poi solita camminata notturna per attraversare l’Isola. Arriviamo con il mare vivo che fa capolino dal muretto proteggi casa.