L’Isola dal treno
Il sole nasce  in mare aperto, oggi  è il giorno più lungo inizia l’estate, si comincia a vedere  la Corsica poi le bocche di Bonifacio è patana piena qundo si passa fra i tanti isolotti sparpagliati fra le rocce bianche di Bonifacio e i graniti della costa Gallurese, mi vengono in mente le avventure le disavventure le colpe e i destini di Matteo Boe e di quel sabaudo trafficante d’armi e assasino che va in giro per l’italia raccondando e raccontandosi re dello stivale. Incrociamo il Bastia  che ora collega la Maddalena  con Bonifacio ma che quando la Moby  si chiamava Navarna era sulla Linea Piombino Portoferraio ,passate le bocche  Nella foschia cerco il Giraglia (la gemella del Bastia) che rientra da Ponza dove ha portato i PonzElbani alla festa di San Silverio, su quella nave ci sono la mi Mamma, Elena e le mi nepoti Nicol e Sofia, la cosa buffa è che la  nave la vedo davvero, a volte la realtà supera la fantasia incoccià la mi mamma (che ormai è diventata una lampata Elbana da patella Ponzese che era) nelle bocche di Bonifacio. Arrivati a Civitavecchia si prende il primo treno che risale. Siamo come in trance dopo sei mesi meravigliosi siamo finiti in un vortice di situazioni negative che ci ha risucchiato e riportato al punto di partenza. Dal finestrino del treno di sfondo a un campo di girasoli in fiore rivedo l’Isola, meravigliosa come sempre si erge maestosa e armonica dal mare. Sarei potuto scendere a Campiglia ma sono rimasto sul treno incollato al viaggio che sento in pericolo. Scendiamo a Livorno.