Mi sveglio alle cinque ho voglia di mettermi in pari e partire, Zeida non mi piace, ma non c’è corrente, dopo un’ora ho finito la batteria e non posso né scrivere né andare a internet, andiamo con un taxi collettivo ad Itzer per vedere se lì c’è l’energia elettrica. La corrente non c’è però è un posto carino e oggi c’è il souk che si estende per un’area molto ampia, è molto colorato e autentico senza turisti e ci sono venditori di tutto, le più scenografiche sono le donne che tingono la lana nei pentoloni sopra i bracieri, ma per me la parte più bella è il grande ciucodromo dove ci saranno almeno cinquecento fra asini e muli che in gran parte si stanno apprestando a partire per tornare con i loro padroni ai piccoli villaggi di montagna. Ci compriamo due capelli di paglia e poi andiamo a mangiare, questo è un posto vero dove si mangia e si spende come la gente del souk. Facciamo un giro nei vicoli stretti e ombreggiati fra le case basse e stondate di Itzer e poi si torna. Zeida si sta riempiendo di militari per la visita reale ormai prossima, con la sera torna l’energia elettrica e tornano le musiche berbere e le lucine colorate fra la nebbia delle braci dei ristoranti lungo la via.