Image  Piove piombo e si beve multinazionale
Piove, ma quello che viene giù più che acqua è petrolio. Mentre scrivo mi sento chiamare, è Karim il dentista di Heliopolis venuto con degli amici europei a fare un giro ad Alessandria. Nel pomeriggio esce il sole e tutto si asciuga rapidamente. Pur essendo una città costruita fra il mare e il delta del Nilo, qui il problema principale è rappresentato proprio dall’acqua, le acque dolci del delta e del sottosuolo sono inquinate dalle fabbriche chimiche, dall’agricoltura e dagli scarti urbani, inoltre il consumo sempre crescente di acqua dolce dovuto al numero sempre maggiore degli abitanti, sta rendendo salmastre le già compromesse riserve idriche. Da qui si capisce bene l’effetto apocalittico che sta generando questa sciagurata migrazione di massa, che dall’interno dell’Africa porta verso la costa milioni di persone. L’acqua potabile è cosa rara e preziosa, la si trova solo sigillata dentro le bottiglie di plastica marchiate dalle solite multinazionali e costa cara in rapporto al potere di acquisto, molto più che in Italia e di conseguenza la maggior parte della gente usa quella inquinata delle condutture, comunque pane e pasta non vengono certo impastati con l’acqua marchiata. È un argomento tabù su cui si preferisce tacere, è meglio parlare di elisir di lunga vita che se si fa una vita sana si può vivere fino a centocinquanta anni, magari curandosi con i soldi ricavati dalla vendita dell’acqua.