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Dopo aver dato un occhiata alla Kasbah di Quarzazate si parte in direzione dell'oasi di Skoura, si passa davanti al lago artificiale e, poco dopo, vado a fare un giro in un villaggio che sembra abbandonato, ma in realtà, fra i muri sgretolati, ci sono case abitate con grandi antenne paraboliche. Sento delle voci , le seguo, e vedo delle donne che lavano al fosso che mi fanno capire che non vogliono essere fotografate e che se me ne vado è meglio – proprio come all’Elba nel fosso di Pomonte. Peccato perché è bellissimo, un'esplosione di colori e movimenti che sanno di festa.Arrivato all’oasi di Skoura, con le palme molto rinsecchite per la siccità, vado a vedere la bella Kasbah Amerhidl considerata la più bella del Marocco, Hussain è strano sembra che è la prima volta che viene qui ma continua a dirmi che lui è uno specialista del deserto e ogni volta che ci si ferma si mette a dormire in macchina.Si prosegue attraversando la valle dei Dades, finalmente guido, si attraversa un deserto di pietra rossastra dove ogni tanto appaiono delle chiazze bianche di sale, ogni volta che si attraversa un centro abitato le strade sono piene di bimbi, è tutto molto bello ma mi sento un pò prigioniero, sono comunque ospite e quindi mi devo adattare.
Arrivo a Tinerhir un paesone su un altopiano da cui si domina la rigogliosa oasi del Todra con alle spalle le gole rosse e sullo sfondo le nevi dell Atlante.
Nel punto panoramico un tristissimo dromedario e un paio di ragazzi mascherati da tuareg aspettano qualche turista. Scendiamo nella Valle e ci fermiamo in una struttura di amici di Hussain.
Vado a fare un giro risalendo la valle dalla Palmeira (palmeto), che man mano che risale la valle si stringe, inizialmente le palme sono sui lati, con all’interno olivi, mandorli, melagrani ed orti tutti irrigati da canali e divisi da muri, poi diventa in pratica una fila di palme nella gola stretta, è un luogo silenzioso, si sente solo il rumore dell'acqua ma c’è tanta gente che ci lavora: uomini e donne. Sembra tutto completamente estraneo al frenetico movimento di pulmini e fuoristrada che entrano veloci nella valle dalla strada per andare a veder le gole, l’impressione è che questo movimento turistico "guarda e vai" alla gente del posto non lasci niente oltre il rumore e i venditori di souvenir che mi dicono venire da altre zone.
Entro nelle gole al tramonto e non c'è quasi più nessuno, all’inizio del punto più stretto, su una parete impressionante alta almeno 200 metri, tre scalatori stanno scendendo in corda doppia, il posto è bellissimo, un canale stretto e sinuoso scavato dall’acqua nella roccia rossa, ma la strada che lo attraversa rende l’aria irrespirabile, sembra di essere in una camera e gas. Poi hanno e continuano a costruire alberghi e alberghetti. Superata la strettoia il panorama si apre a monte verso le vette innevate e l’acqua scompare sotto le rocce.
Sarà perchè sono solo e fuori orario ma i bancarellai mi pigliano per una guida turistica in ispezione e mi offrono tangenti se domani porto il gruppo da loro.
Che tristezza un posto da favola rovinato da un turismo fugace che distrugge e mangia l’anima alla gente.