CategoryA posa di sole

Posa di Sole sulla Morte (Oasi di Dakhla, Egitto 29 aprile 2009)

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Non si può dare vita ai morti ma si può dare morte ai vivi,
questo è concesso alla limitata e perversa natura umana.
L’impotenza dinanzi alla prima verità
genera l’illusione di avere un pari potere nell’agire al contrario.
L’impotenza è la madre di tutti i mali,
scava la fossa alla speranza, spara in fronte all’illusione,
impicca sogni, ghigliottina l’idea,
avvelena la solidarietà, sgozza l’amicizia.
La vita è una, unica e breve, a scadenza indefinita ma certa
e il ricordo di chi non c’è più è per chi È, non certo per il morto.
La celebrazione di un estinto è per chi celebra, non per il celebrato.
Certo qualcosa rimane, le ossa, le cose, i pensieri scritti o scolpiti con i fatti,
ma il ricordo è dei vivi non dei morti,
di loro è solo il pensiero della propria morte immaginata quando il loro cuore pulsava,
è un sogno di quando erano vivi.
Il mio animo è troppo arido per vedere qualcosa oltre il fermarsi del cuore,
se vogliamo ringraziare qualcuno penso che sia bene farlo quando è ancora in vita,
dopo è solo un sano rito di liberazione, una gentile carezza per gli addolorati
e un po’ anche un esercizio di narcisismo buonista.

 

Un Bimbo (Al-Arish, Sinai Egitto venerdi 13 febbraio 2009)

 

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C'è chi lo chiama terrorista, chi lo vorrebbe martire, Yasser è solo un bimbo che vuole diventare grande.

   

La Mamma di Gaza (Egitto domenica 11 gennaio 2009)

 

Niente è più tremendo
di un grido afono,
quando il dolore
è così grande che
si inghiotte tutto
anche il suono

è un male assordante
che ti urla da dentro
e non te ne puoi liberare
un soffrire indicibile
che ti stritola lo stomaco
e ti asciuga da dentro
anche l’ultima lacrima 

   

UN ANNO FA (Marsa Matruh, Egitto 21 dicembre 2008)

E` iniziata cosi`

Venerdi` 21 12 2007 ore 14 PARTENZA
Venerdi` pomeriggio la sagoma dell’Elba vista dal traghetto
I ricordi ed i pensieri si sovrappongono e si accavallano senza sosta, quello che fino  pochi minuti fa era il quotidiano è già passato. L’ultima traversata, l’ultimo giro isola, ultimo saluto, ultimo traghetto Elba Piombino. Ora si cambia termine, primo treno, prima tappa Firenze, primo incontro Serena, prima notte Rimini.
Luci, canali fumanti, hotel francese, incontro  Max Gazze’ che rimane colpito dal mio viaggio e mi parla della visione troppo geometrica che abbiamo del mondo e mi dice  “la realtà che viviamo è dove siamo”.

e questa e` la prima bozza del sito

IL Viottolo errante      

Il giro del mondo di Umberto Segnini 

 

“L’Occhio “   “Immagini e appunti di Viaggio”

“A posa di Sole”  “Redazionale

  

“Parlamento”      “ blog”

“ Base Elba” “Per mettere in contatto i Bimbi Elbani con i Bimbi di tutto il Mondo”  

Il viottolo  l’occhio  elbano  sul mondo

Umberto Segnini

 

Pensieri dal deserto (Ghadames sabato 8 novembre 2008)

 

La sensazione di essere dentro la storia,
la speranza e la vergogna 

 

Sono nel deserto Libico, nella mitica città dei Tuareg.
In questi giorni ho avuto forte la sensazione di vivere da dentro un momento storico importante: la vittoria di Barrak Obama, il primo presidente nero degli Stati Uniti.
Di certi momenti se ne respira l’importanza dalla tensione e dalla paura, sono mesi che se ne parlava di queste elezioni ma sempre con distacco e disillusione “tanto non cambierà mai nulla”  “è sempre un americano” “è amico di Israele”  “se vince è un fantoccio, se no lo fanno fuori”
Però in fondo la speranza di un cambiamento c’era.
Negli ultimi giorni si capiva che la paura che vincesse il vecchio soldato yankee era forte.
Lunedì sera ero a Sousse a cena con il mio amico Alì, uno che di politica non ama parlare ma stavolta anche lui è teso “ se vince Mc Caine non c’è speranza per il mondo, se vince Obama forse è possibile un futuro”.
Mercoledì mattina, ha vinto Obama, c’è aria di festa sul louage che mi sta portando alla frontiera Libica, senza tanto clamore come usa in questo tipo di democrazie, ma la radio invece che fissa sulle solite musichette cerca continuamente notizie sul fatto del giorno.
Passo la frontiera Libica con meno problemi del previsto, anche nella blindata nazione di Gheddafi l’argomento è Barrak, la gente è felice anche se scettica e soprattutto ancora incredula, sono tutti in attesa delle prime mosse, da oggi alla testa del paese considerato il nemico numero uno, quello che qualsiasi cosa fa ha sempre ragione, c’è un Africano anche se molto yankee. La speranza che possa di colpo diventare un alleato per sconfiggere la miseria e far crescere la democrazia e la libertà in Africa è tanta. Felice anche se scettica e soprattutto ancora incredula.
Un‘ora fa prima di venire a internet ero a mangiare  in compagnia di “belli giovani e abbronzati” (e di molto grossi) Tuareg, mentre la televisione raccontava le esternazioni del “brillante” presidente del consiglio italiano. Come italiano  mi sono sentito una merda e mi è ritornato in mente Mohamed di Kerkennah, un anziano ridaccione col dono dell’ironia che mi faceva lezioni di geopolitica sul tetto della sua casa ricavata da un vecchio forte ottomano, “voi italiani siete come noi, solo che da noi i dittatori vanno al potere con i colpi di stato, invece voi li eleggete democraticamente” e giù a ride’ a presa di culo.
È quasi un anno che sono in Africa, sono in pratica stato adottato da questa gente, sull’Atlas mi hanno ospitato nelle loro case dandomi da mangiare a da dormire e aiutandomi a trovare il cammino, tutti poveri, neri e mussulmani, quelli che vengono quotidianamente insultati e aggrediti da Calderoli e compagnia.
Quando arrivavo nei villaggi di montagna la sera la gente mi veniva incontro per salutarmi e offrirmi ospitalità, non ho mai montato la tenda nei villaggi sono sempre stato ospitato e il pensiero andava spesso alla pagaiata in canoa fatta poco prima di partire per questo viaggio, dall’Elba a Roma dove nel “mio” paese sono stato fermato due volte per vagabondaggio dai carabinieri.
Gli unici problemi li ho incontrati quando ho incontrato i trafficanti di droga sulla costa mediterranea del Rif, ma lì ormai non era né Africa né Europa, era solo un gran giro di soldi.

 

Anche io spero nel cambiamento, da tutte le parti, all’Elba, in Italia, in Africa e nel Mondo. 
 

   

Cinghio (Bizerte 24 settembre 2008)

  Cinghio cinghio, povero cinghio
eri arancio sporco e puzzichiglio
sei rimasto come un figlio sullo scoglio
povero te senza nemmeno un disco di De André
 
   

Posa di Sole delle tre a Bizerte (Bizerte 24 settembre 2008)

  Un mondo virtuale
Un viaggio reale
Sei dove sei realmente
Ma il pensiero è molto di più
Lui è Infinito e illimitato nello spazio e nel tempo
   

Ripulendo il computer (El Attaya Arcipelago di Kerkennah Tunisia venerd?¨ 15 Agosto 2008)

Ripulendo il computer da una memoria ormai troppo piena ho trovato questo appunto scritto la sera del 28 gennaio 2007 di ritorno da una bella giornata passata nella valle di Pomonte.
Il sunto di due giornate per me importanti 
È uno dei tanti articolini scritti e mai pubblicati con cui da anni intaso quaderni e pc.
Questo lo voglio pubblicare anche per ringraziare le numerose persone che parteciparono, scusandomi con chi non è citato nell’elenco che mi ricordo incompleto.  

Sabato 27 e Domenica 28 Gennaio 2007

“AH Poltronia ” detto campese che certifica che ci si sveglia sempre troppo tardi. 
(ma se ci si sveglia guai)

Volevo ringraziare i bimbi e i loro genitori per la partecipazione alla seconda uscita dell’Isola dei  Bimbi e ai numerosi volontari che hanno partecipato alla pulizia del Sentiero che porta al rudere della chiesa di San Biagio nella valle di Pomonte. 
Sono state due giornate importanti e gratificanti per noi del Viottolo, la prima vera uscita dell’Isola dei Bimbi è stata un grande successo, come la pulizia del sentiero che conduce al paese abbandonato di San Biagio che abbiamo riaperto grazie ad una quarantina di volontari che puntuali si sono ritrovati a Pomonte in mattinata armati di pennate, falci, zappe e picconi per ripulire il sentiero. Vista la grande adesione abbiamo deciso di dividerci in due squadre ed abbiamo ripulito anche il sentiero di collegamento dalla valle dei Mori al Fosso della Cerchiaia.
L’immagine “epica” di due code colorate che risalivano e ripulivano i viottoli nei due bracci della valle.
Mi sono sentito orgoglioso della gente della mia Isola che riapre un sentiero dimenticato per riappropriarsi della sua terra coi fatti, senza tante parole, zappa, pennato e via, vivendo la valle come l’angolo bello del giardino di casa.
Perché per noi Isolani lo scoglio è una casa comune, i pappalagi continentali con i loro sermoni di proprietà e profitto hanno intaccato ma solo in superficie l’animo Isolano, lo zoccolo duro sale la valle mentre  l’impalagiti/e strusciano le vie asfaltate delle città continentali piene di cose inutili da compra’. E mi si figuravano nella mente le epiche gesta dei Campesi e dei Marcianesi che nel 1553  vennero in soccorso delle genti di San Biagio e sconfissero gli uomini di Dragut nella valle dei Mori che prende il nome proprio da questa storica battaglia.
Gli uomini di Dragut erano abili soldati, avevano distrutto grandi città costiere della Francia e dell’Italia, si erano spinti fino a Roma ma gli Isolani uniti sconfissero i Mori che dettero fuoco a San Biagio.
La storia mi viene raccontata 454 anni più tardi da tre arzilli signori che hanno passato gran parte della loro vita nella Valle e ora si godono il sole caldo di questo gennaio su una panchina di Pomonte.
La storia della epica battaglia di San Biagio viene raccontata con grande intensità come se il fatto fosse successo poco prima di Capodanno.
“…Dopo aver distrutto Grassera ed attaccato gran parte dei paesi Elbani, alcune navi degli uomini di Dragut raggiunsero la costa di Pomonte per attaccare il paese di San Biagio, che dominava dall’alto la Valle Pomontinca.
I mori non cercavano tesori, ma omini, donne e bambini da vendere ai mercati degli schiavi di Tunisi e Algeri.
 La gente di San Biagio combatté con grande coraggio e mentre si preparavano all’impari battaglia, intuita la malaparata vennero mandati dei ragazzi a chiedere rinforzi ai Marcianesi e ai Campesi che si mobilitarono e vennero in soccorso dei fratelli Isolani (perché noialtri avemo il gusto di aiutassi solo quando siamo nella merda).
I Marcianesi arivonno che San Biagio bruciava e la gente sopravissuta era già in catene, i Campesi arrivonno dopo e scesero giù dal Cenno urlando.
I mori furono attaccati nella valle e la battaglia fu tremenda, ci fu tanto sangue che l’acqua del fosso diventò rossa fino al mare. Gli assalitori furono tutti uccisi e i prigionieri liberati, le navi dei pirati salparono.
Fu una grande vittoria, ma il paese era stato distrutto e fu abbandonato per sempre e i pochi sopravvissuti si trasferirono e Marciana”.
Domenica la valle ha rivisto un’alleanza vincente unita per liberare i resti del paese dimenticato dalla macchia. Un esercito colorato e pacifico di bimbi, donne e uomini accomunati dalla volontà di riappropriarsi di qualcosa di molto importante: la propria storia e senza cadere nell’enfasi la propria identità.
Non vorrei banalizzare la giornata al grido di uniti si vince, però ritengo giusto dare valore al fatto prima di tutto pratico ma anche simbolico di questa splendida domenica.
Troppo spesso si parla degli Elbani come di una sottospecie di uomo, che vive in funzione dell’ampliamento, cemento, appartamento. Penso si debba invece dare voce al “vero” popolo Elbano, quello dei fatti positivi. E dentro il rudere della chiesa paragonavo questa banda del pennato con gli incravattati all’incoronazione di Mario Tozzi nuovo presidente del parco, tutti felici, tutti applaudenti, tutti o quasi lontani dal territorio.
Sono stati due eventi positivi ma agli antipodi, di spessore diverso, uno silenzioso ma di sostanza, l’altro ufficiale e ricco di paroloni ma con i protagonisti principali pronti a lasciare lo scoglio appena finita la recita.
Il punto è questo, se uniamo queste due “fazioni” la Nostra Isola è destinata ad un grande futuro altrimenti sarà dura, noi comunque continueremo imperterriti come sempre convinti delle nostre idee.
Penna e Pennato               

 1) Umberto Segnini
 2) Stefano Luzzetti
 3) Roberto Miliani
 4) Marco  Segnini
 5) Fausto Carpinacci
 6) Pietro Mazzei
 7) Sergio Galli
 8) Silvana Mari
 9) Daniele Testi
10) Silvia Caffieri
11) Maurizio Testa
12) Davide Pancani (11 Anni)
13) Patrizia Pedace
14) Alberto Batignani
15) Valentina Ortaggi
16) Patrizia Bernini
17) Francesca Bernini (11anni)
18) Gian Lorenzo Bernini (7 anni)
19) Mariolina Facchetti
20) Ugo Gamba
21) Franco Giusti
22) Franco Galassi
23) Ferdinando Montauti
24) Francesca Paolini
25) Sabrina Melas
26) Simona Pieruzzini
27) Deborah Colombo
28) Stefano Martorella
29) Elisa Berti
30) Daniele Zuccotti
31) Sabrina Gentili
32) Pierangelo Nelli
33) Federico Regini
34) Attilio Gavassa
35) Francesco Bonanno
36) Nicoletta Allori
37) Rebecca Allori
38) Natalino Giulianetti
       ………..

Al posto di sempre (Bonalaccia marted?¨ 24 giugno 2008)

cantano i grilli e il vento move il cannaio
fa caldo alla Bonalaccia e i ricordi si accavallano
cantano le cicale e il vento move il fico
l’occhio cerca ma è la mente che vede nella memoria
scivola il suono è la gatta che move l’erba in cerca di prede
Cala la sera e si accendono le stelle quelle di sempre, al posto di sempre

A casa (Bonalaccia luned?¨ 23 giugno 2008)

Sale sole sorrisi abbracci e profumo di  mortella
Non vedo l’ora di partire e poi di tornare per restare
Le radici dell’uomo non sono come quelle delle piante
si spostano nello spazio e anche nel tempo
ma non seccano mai.