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La città degli aquiloni 
Alle otto siamo all’ospedale: analisi di piscio, cacca e sangue; in una mezz’oretta si fa tutto, ci dicono di tornare all’una per le risposte. Nell’attesa andiamo a vedere un'altra collina-quartiere, Amman è una città che a piedi si gira bene però ci vole fiato e gambe, le scalinate si arrampicano fra le case, salgono dritte senza nessun tornante fino al culmine, è tutto costruito, non c’è un centimetro di verde, solo abitazioni di cemento e anche qualche casa grotta che testimonia come erano la maggior parte delle abitazioni fino a qualche decennio fa. Poi la scalinata finisce e ci si trova in una sorta di altopiano truman show, c’è tanto verde, strade senza traffico e vilette con giardino, una sensazione di aver cambiato mondo in pochi metri, un po’ come a Napoli quando dai quartieri spagnoli sali al Vomero. Siamo nel Circle One, si vede subito che è una zona ricca, giardini e attività commerciali dalle grandi vetrate stile città europee, ristoranti italiani e locali dove fanno caffè espresso italiano, ci sono diversi book shop, tanti libri di tutti i tipi, purtroppo in italiano non c’è quasi niente, mi colpisce una libreria con un bar all’interno, la wi-fi gratuita e una zona piena di giochi riservata ai bimbi, tutto lindissimo e studiato nei particolari; in questa zona mi sembra di capire che ci sia una prevalenza di cristiani, il Circle One assomiglia ad una ricca città europea. All’una si torna all’Italian Hospital, tutto bene, il dottore ci illustra le analisi e incuriosito dai racconti di mister Hanna ci chiede del viaggio, salutiamo e saldiamo il debito, la spesa è molto bassa, ma cosa fondamentale si paga solo se hai la possibilità, altrimenti l’assistenza e anche il ricovero è gratuito, perché questa è una struttura nata per aiutare la gente povera e bisognosa, la gestione continua con coerenza a tenere fede ai principi dei fondatori. Questo intermezzo ospedaliero del viaggio ci ha fatto apprezzare una gestione eccellente di una struttura sanitaria. Felici per i responsi ritorniamo nella zona del Teatro Romano dove visitiamo l’Odeon, poi si prosegue incontrando una zona moderna con grandi parcheggi e giardini, salendo dalle scalinate irte ritorniamo sul Jbel al Qala, la collina della Cittadella. È un luogo bello dove si accavallano le tracce di svariati millenni di storia, ma allo stesso tempo è un posto vivo dove la gente viene a chiacchierare e a godersi lo spazio e il panorama, per me è il luogo più affascinante della città; ad Amman nel tardo pomeriggio inizia il festival degli aquiloni e questa è una postazione privilegiata per goderne le evoluzioni, gli aquiloni colorano il cielo e quando incrociano gli stormi di piccioni disegnano spettacolari coreografie aeree. Passando da un apertura della recinzione usciamo dal sito dal lato opposto e finita la scarpata ci troviamo in una piazzetta che è il punto di ritrovo per un gruppo di virtuosi “piloti” di aquilone che si sfidano in coreografiche evoluzioni, questi oggetti volanti sono essenziali e spartani con un telaio di sottili strisce di legno di palma e la vela e le code fatte con sacchetti di plastica, Amman è la città degli aquiloni. Ormai è l’imbrunire, si scende questa volta dalla strada, anche questa irta quasi come le scalinate, sono vie ripide con tornanti secchi, qui bisogna saper guidare e soprattutto parcheggiare, anche in fatto di guida i giordani eccellono al confronto degli egiziani, anche se aiutati da un parco macchine decisamente più moderno ed efficiente, comunque per un guidatore di Amman il freno a mano sta come il clacson per uno del Cairo.