Image

Image

Image

Image

 

Decidiamo di rimanere qui  qualche giorno prima di partire per un lungo tratto di  oltre duecento chilometri nelle zone più isolate  dell’Atlante. Mi devo mettere in pari con un sacco di  lavori e ho bisogno di internet. Compriamo un po’ di  fieno per Segagnana e facciamo un giro per il paese.  Demnate è un paese in grande espansione, la parte antica  è circondata da mura in pisé ed è caratterizzata dai tre  archi della porta principale. Fino alla nascita dello  stato di Israele la popolazione era formata per un terzo  da ebrei che vivevano in armonia con i mussulmani senza  essere confinati nella mellah (il ghetto), come invece  succedeva nelle altre città marocchine. Demnate è il  punto di riferimento per tutti i piccoli villaggi che si  trovano intorno, qui ci sono le scuole superiori, gli  uffici amministrativi e tanti negozi, per le valli  circostanti è un po’ come Portoferraio per l’Elba.
A un certo punto ci troviamo in mezzo a un grande fiume  di persone: è un funerale. Il feretro è una semplice  cassa di legno coperta da un drappo nero con scritte  dorate, ma la cosa che ci colpisce di più è che al  corteo partecipano solo gli uomini. Mentre si rientra  veniamo chiamati per nome, è Youssein l’amico di Hammed  che venerdì ci ha accompagnato nel trekking notturno,  lui è qui per studiare. È strano sentirsi chiamare per  nome in un luogo così lontano da casa, ma è bello e ci  fa tornare il sorriso dopo il funerale.