La medina più la giri e più ti incuriosisce è un labirinto intricatissimo, una ragnatela di vicoli sinuosi che si intrecciano continuamente, a volte finisci in una piazza, altre in un vicolo cieco.
I turisti si concentrano nelle vie centrali le più ampie e ricche di “artigianato souvenir”, ma sono i vicoli secondari che raccontano le storie più belle, dove lavorano in microscopiche botteghe gli artigiani che producono per i turisti, ma soprattutto per il vivere quotidiano perché la medina si autoalimenta e produce tutto al suo interno. Qui è l’olfatto il senso predominante, il profumo di miele e cannella ti indica che stai imboccando la via dei dolciai, l’odore di cera e incenso che siamo vicino a una moschea o a un Mausoleo e il puzzo nauseante della lavorazione della pelle non lascia dubbi sull’approssimarsi delle concerie, un mondo a se, denso dove respiri aria umida e dipinda, dove lavorano sciagurati uomini spettro con i volti e gli occhi intrisi di colore.
Il vicolo che porta alla tomba di Moulay Idriss II è sbarrato da un trave ad altezza uomo: è l’inizio dell’horm, il sagrato del santuario, un tempo zona interdetta a ebrei, cristiani e muli, ma ora la presenza degli “infedeli” è tollerata, anzi ci sono le indicazione per il mausoleo. Questo “santo è il patrono di Fes e viene oncora oggi venerato soprattutto dalle donne che vengono a pregare ed a portare doni sulla sua tomba in cambio di richieste di mariti e fecondità. Questa è una zona interdetta, ma sbirciando dalle ampie fessure si vedono numerosi gruppi di donne che pregano e accendono ceri e la miscela di sacro e proibito crea innegabili suggestioni.
Raggiunto il fiume ormai secco si finisce nel Quartiere Andaluso per poi uscire attraversando la zona più malfamata di El Bali, da Bab Ftouh. Uscito dalla Medina un gruppo di marocchini davanti alla televisioni mi porta con la mente alla Fiorentina che si gioca la champions a Torino, la parte tifosa prende il sopravvento e “soffro” il secondo tempo in diretta su fiorentina.it. Osvaldo su rovesciata ci conferma l’agognato quarto posto.