Il divin carrugio
Le amarezze dei ritardi burocratici e tecnologici li addolcisco anche con il cioccolato. In questa lunga permanenza a Bizerte mi sono fatto una cultura sui dolci collaudando le specialità delle varie pasticcerie, con una particolare dedizione al cioccolato, penso che potrei fare una guida assai dettagliata in materia.
I Bizertini amano i dolci e nel tardo pomeriggio intorno alle pasticcerie si concentra una gran folla che viene accolta dalle vetrine luccicanti imbandite di delizie. Il dietro le quinte è molto più affascinante e buio, sporco e unto, ma per l’olfatto è una vera goduria, appena superata “la Bizertine” la pasticceria di riferimento per cultori del cioccolato, si entra nel divin carrugio, un vicolo su cui si affacciano cinque botteghe di pasticcerie. Qui i laboratori sfornano continuamente delizie ma nel tardo pomeriggio danno il meglio come quantità e qualità, è uno di quei momenti in cui la tensione elettrizza tutto e tutti, lo sanno anche i gatti che svicolano fra le cantonate schivando i calci dei garzoni di bottega che sflilano continuamente portando vassoi di delizie impilati uno sull’altro alla pubblica mangiatoia. Nel vicolo si concentrano gli aromi: sfoglie calde, crema, panna, frutta candita, vaniglia e cannella, ma su tutto domina l’aroma vaporizzato del cioccolato che penetra tutto, anche i muri. Dalle cappe che sfogano nel vicolo escono aromi inebrianti che chiamano, mi affaccio dentro la sala macchine della golosità e trovo metri di basi per mille foglie e poi tinozze piene di cioccolato, impastatrici e teglie di pasticcini, è una fabbrica del cioccolato degna di Willy Wonka e di Chocolat, peccato che invece di tante sorridenti sosia di Juliette Binoche ci sono solo pasticceri unti e seriosi che si guardano in cagnesco da bottega a bottega, omologati da grembiali cosi’ sudici che le mosche ci rimangono incollate.
A internet ci mettiamo d’accordo con Walid per andare insieme al lago Ickeul che ora dovrebbe essere pieno di uccelli migratori.