Monthgiugno 2008

Marted?¨ 25/12/2007 – BARCELLONA

Barcellona -Casa Baillò - Antoni Gaudì
Natale a Barcellona, la giornata è bellissima sole caldo e cielo terso, andiamo verso il porto, i grandi rimorchiatori che disegnano enormi fontane in mare con gli idranti attirano l’attenzione, c’e tanta gente, ci avviciniamo e capisco il perché, una chiatta porta un gran numero di nuotatori, che una volta raggiunto il punto prestabilito si tuffano per raggiungere a nuoto la riva circa 200 metri, i nuotatori sono tantissimi e di tutto il mondo, la chiatta farà tanti viaggi per portarli tutti, lo spettacolo e notevole soprattutto per il clima di festa e per la grande partecipazione di gente.Visita all’acquario, e poi in giro per la capitale Catalana con le “Ramblas ” piene di gente e con i negozi aperti anche a Natale .Su tutto spiccano le opere di Antoni Gaudì geniale architetto modernista catalano che ha coniugato fantasia, creatività e ingegneria in opere uniche e originali.Dopo un gelatone, visita alla splendida Casa Ballò (nella foto) dove estetica e funzionalità si esaltano a vicenda plasmandosi in forme sinuose ed eleganti che richiamano sempre il mare e le sue creature.
Zuppa di pesce e paella di mariscos per celebrare degnamente questo primo Natale fuori dall’Elba.

Luned?¨ 24/12/2007 – MONTPELLIER

 A Ventimiglia cambio veloce per Nizza su un treno francese. La famosa costa azzurra molto cementificata e Montecarlo con i suoi lussuosi panfili, un’ora a Nizza per fare colazione con cioccolata, baguette e marmellata e poi un treno confortevole fino a Montpellier.
Il cielo si apre e i colori sono familiari, c’è tanto pino di Aleppo e poi sughere, lecci e ginestre, i vitigni sono estesi e molto bassi, il colore del terreno alterna il giallo all’ocra tendente all’arancione.
Image A Montpellier (nella foto) c’è un gran sole, la città è viva e allegra una vigilia di Natale che sembra primavera. Montpellier è multietnica, ma si respira l’aria gitana della Camargue, dopo tre ore piacevoli si riparte in treno direzione Barcellona. Il treno spagnolo è più vecchio e meno ordinato, ma più spazioso e colorato, dai finestrini si vedono i famosi cavallini bianchi, sorge una splendida luna piena e il riscaldamento a palla del treno porta l’Africa a bordo. Faccio amicizia con un bimbo di 2-3 anni. Arriviamo a Barcellona alla stazione franca alle 21,45 in un’ambientazione surreale, la stazione è deserta e tutto serado è la vigilia di Natale. Hotel davanti alla stazione, poi in giro nella città vecchia, c’è un concerto nella cattedrale stracolma di gente, ma alla messa di natale preferisco una cena che risulta molto difficile tutti stanno chiudendo, quando sto per perdere la speranza un accogliente taverna, totani ripieni e patate al baccalà Buon Natale

Domenica 23/12/2007 – NOVA PONENTE

Umberto e Elias  Intanto che aspetto Elias (nella foto con Umberto durante la pagaiata  dall'Elba a Roma – n.d.r.) alla stazione assisto a una scena esilarante : una giovane coppia di napoletani esce dalla stazione , lei spinge un passeggino con un bimbo infagottato al limite dell’asfissia e si accinge ad attraversare la strada deserta quando il compagno con un urlo strozzato e disperato la ferma e la costringe a attraversare dalle strisce pedonali “ci vogliamo far riconoscere subito” dice, “qui la gente è civile”continua serio e bacchettone.Arriviamo al maso di “Zige” alle 3 e mezzo. Sveglia all’ora di pranzo colazione al bel Maso e visita a Bozen , con i mercatini di Natale. Elias ci porta al museo archeologico per vedere Otzi il famoso “uomo dei ghiacci”. Saluti e partenza per Verona . Nella città scaligera una visita notturna con pausa pizza. Lasciamo piazza delle Erbe, l’Arena e la casa di Giulietta, per tornare alla stazione.IL treno ha solo vagoni letto, ogni vagone ha un suo responsabile un orgoglioso omino in divisa da “tranviocameriere” fiero del suo vagone letto che dopo aver protestato per il ritardo di prenotazione apre la porta del magico scrigno tre brande, un comò cesso lavabo e una finta finestra. Verona Ventimiglia per la “modica” cifra di 70 Euro.

Sabato 22/12/2007 – RIMINI

 Ho un sonno arretrato che domina tutte le mie azioni, è normale negli ultimi giorni praticamente non ho dormito. La spiaggia deserta e il mare nebbioso di Rimini mi evocano il deserto, l’interminabile schiera di alberghi alle spalle meno, in tarda mattinata ci incontriamo con Jader.
Jader è un creativo che ho conosciuto durante una traversata trekking dell’Elba, a cui ho chiesto aiuto per costruire il sito del viaggio: se leggerete queste righe sarà in gran parte merito suo e della sua splendida famiglia. Oltre che “vendere le idee” per lavoro è anche artista puro ,mi colpiscono in particolare Benito-Che (nella foto) la crocifissione della Nike, però anche panni puliti, 11 settembre e la scacchiera….
E’ ormai pomeriggio inoltrato quando lascio Rimini, il treno ferma a Bologna pochi passi sotto la pioggia, per ingannare l’attesa e poi partenza per Bolzano dove alla stazione ci verrà a prendere Elias con cui un mese fa ho fatto una bella pagaiata dall’Elba a Roma.

Venerdi 21/12/2007 ore 14:00 PARTENZA

Elba  Venerdì pomeriggio la sagoma dell’Elba vista dal traghetto. I ricordi ed i pensieri si sovrappongono e si accavallano senza sosta, quello che fino pochi minuti fa era il quotidiano è già passato. L’ultima traversata, l’ultimo giro isola, ultimo saluto, ultimo traghetto Elba Piombino. Ora si cambia termine, primo treno, prima tappa Firenze, primo incontro Serena, prima notte Rimini.Luci, canali fumanti, hotel francese, incontro Max Gazze’ che rimane colpito dal mio viaggio e mi parla della visione troppo geometrica che abbiamo del mondo e mi dice “la realtà che viviamo è dove siamo”.

Giovannantonio (Tahar Souk luned?¨ 2 giugno 2008)

Dopo qualche giorno di meraviglie selvagge  mi fermo in un paese con internet, elbareport la mia finestra sull’Elba ha dei problemi ma riesce comunque a darmi una notizia dura:
Giovannantonio  è morto
“Moreno sempre li meglio” viene da pensa’, certo la morte un si augura a nessuno e nemmeno il canchero che è anche peggio come diceva Elise, ma se a schiantà fosse stato l’enzo, marandino ol cardenti non ci sarei rimasto cosi male
Ci sono delle persone che conosci da sempre e pensi che siano immortali come le coti di granito e invece no all’improvviso vanno via e ti lasciano un crampo  tra lo sterno e la bocca dello stomaco che un si po’ spiegà
Giovannantonio era amico di Babbo, per me era un mito, beretta di paglia camicia a quadri, pantaloni corti ciabatte di plastica e via sempre in azione, sul poclain, sulla ruspa o sul camion  o anche col trattore per tirà fori ruspe e cami impantanati da Franco o Marietto, sempre di corsa e sempre col sorriso sulla faccia abbronzata e rugosa da omo bono.
Sempre sorridenti e con la battuta come quando finito di lavorà andavano con babbo a fa l’ultimo viaggio, quello pe’ i lavori di casa.
Gente speciale che sbancava e cementava sì, ma da Elbani che amavano l’Isola che se c’era un bell’erbrito o una ginestra o una bella ciuffata di scopa in mezzo a uno sbancamento gli si girava intorno, radicati nello scoglio fino a trova’ la vena dell‘acqua. Gente che nel tempo libero “poco” va al mare a fa’ lampate o ricci pe’ mangiasseli  o magari pe regalalli  ma mai pe’ vende.
Che si fa la  casa in mezzo alla macchia e ai frutti dove quando ariva il tempo giusto si fa la conserva e le marmellate.
Lavoro fatica onesta e la faccia serena a fine giornata, quella che c’ha solo la gente perbene, quella che i vagabondi i ladri e i banditi non c’avranno mai nemmeno se si comprano il mondo perché quella un la vendeno, te la devi merita’.
Bona  Giovannantonio.