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Ancora una giornata bellissima, il cielo è azzurro intenso senza nemmeno una nuvola. La valle di Tabant è molto bella incastonata fra alte montagne dalle vette innevate, ha una grande pianura tutta coltivata e alterna specchi di terreno verdi ad altri arati, al centro scorre un torrente e tutto intorno canali d’irrigazione che ora sono particolarmente ricchi d’acqua perché la neve delle montagne si sta sciogliendo. All’ingresso della valle c’è una collina che assomiglia a un cono rovesciato, sulla sommità un monumentale granaio fortificato che è un po’ il simbolo di questa zona, è unico perché di forma circolare, era una struttura comunitaria dove si accumulavano i raccolti per difenderli in caso di assalto. Decidiamo di salire, per arrivare bisogna attraversare vari corsi d’acqua sopra dei ponticelli di tronchi. Salendo la fortezza somiglia tantissimo al Volterraio e anche le rocce lo ricordano. In vetta il panorama è veramente superbo, si vede la strada che abbiamo fatto ieri e la valle che dovremmo percorrere nei prossimi giorni. Il Volterraio marocchino è fatto di terra e nonostante la forma circolare l’abbia reso più resistente al vento rispetto alle tradizionali strutture a base quadrata, non raggiunge i due secoli di storia. Seduto di fianco alla porta del granaio c’è un anziano signore, recita qualcosa scorrendo tra le mani una specie di rosario di legno, è piccolo piccolo ha la barba bianca ed è vestito di blu. Mi fa festa e mi vuole toccare, mi rendo conto che è praticamente cieco, fa per aprire la porta del granaio, ma gli dico di aspettare perché non sono solo. Arrivata Serena le fa una gran festa e poi entriamo nel granaio, c’è un giaciglio, forse lui dorme proprio qui, facciamo un giro del granaio e saliamo su una scala scavata in un tronco fino al tetto di terra. È un posto eccezionale, la collina non è altissima rispetto al piano della campagna, che comunque è superiore ai 1850 metri, saranno quattrocento metri, ma l’orizzonte è veramente molto ampio si ha la sensazione di essere su un faro che controlla il più importante valico di montagna della zona. Probabilmente in estate è un luogo visitato quotidianamente da turisti, ma in questo periodo ci siamo solo noi e fa un certo effetto lasciare quest’uomo da solo. Scendiamo dall’altro lato e andiamo a fare un giro per la campagna, nella zona più paludosa gli uomini tagliano i giunchi, ci sono tantissime cicogne che fanno i nidi sugli alberi più grandi e sopra i muri più alti, sono parte armonica del paesaggio come i contadini, gli asini e le mucche e si muovono tranquillamente fra i coltivi. Torniamo nel paese, mi hanno detto che c’è internet, c’è tanto bel materiale da spedire, in realtà non c’è un internet point, ma il gestore di una piccola fotocopieria che ha un portatile con la connessione, però oggi non va, quindi decido di andarmi a fare i capelli in una microscopica barberia. Il tempo è stabile, anche il padrone di casa ci dice che durerà, domani voglio provare a salire fino alla vetta del Igoudamen una montagna di 3520 metri che domina dall’alto questa valle.