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Archimede Pitagorico Egiziano
Uscita al forno per comprare pane e brioche che poi ci andiamo a mangiare al cafè dove si prende il the contornati dai soliti tipi che giocano a domino. C’è agitazione in paese, è arrivato un gruppo di studenti di una scuola media del Cairo, i ragazzini e le ragazzine sono molto “occidentali”, così come i professori, mentre le insegnanti pur non portando il burka sono comunque velate. I bimbi sono  tanto diversi dai coetanei di Bawiti, specialmente le ragazze, qui le loro coetaneee sembrano tutte delle suorine, l’Egitto è un paese di sperequazioni sociali, dove l’istruzione è ancora un privilegio delle classi sociali più facoltose. Parlo con il prof che mi dice che i ragazzi visiteranno i principali siti archeologici dell’oasi e poi andranno a bivaccare nel deserto bianco, un programma bello e ben organizzato con tende e fuoristrada, una cosa bellissima  peccato che sia destinata solo ai figli di papà cairoti e che per i bimbi di Bawiti non sia previsto niente.
C’è un gran caldo, passo il pomeriggio a scrivere poi in serata si va a fare un giro sulle colline nere che si elevano ai margini del centro abitato in direzione nord, è un paesaggio arido ma affascinante basta salire di qualche decina di metri per avere forte la percezione della grande depressione di Bahariyya, un’enorme buca in cui affiorano le acque fossili del sottosuolo che permettono lo sviluppo di estesi palmeti. Ci godiamo il tramonto e il sorgere della luna e poi si rientra in paese attraverso le vie sabbiose dei palmeti ormai nella semioscurità incrociando numerosi fellah di rientro dai propri coltivi, alcuni in bici, altri con i ciuchi e qualcuno anche con le moto a cui hanno applicato le shuarì (le ceste che normalmente si usano sui ciuchi) sui fianchi. In serata cerchiamo senza successo delle bici da nolleggiare, però incontriamo un Archimede Pitagorico Egiziano, che ha costruito una spettacolare sidecar a pedali che si può nolleggiare, faccio un giro di collaudo rischiando di finire sotto un fuoristrada, il ciclo ha un aspetto accattivante, però pesa uno stofonchio e tira tutto a destra, ma soprattutto per girare ha bisogno più o meno dello stesso spazio di un tir, con un po’ di imbarazzo rinuncio a noleggiare il prototipo che il geniale progettista orgogliosissimo della sua ceratura, ha stampato anche sui biglietti da visita.