Image

Image

Image

Image

Image

Image

 

Tende a cuffia di polpo e milioni di stelle
Come per il giro Isola non sembra cambiato niente compreso il ritardo, arrivo a Portoferraio per prendere Matteo che è quasi l’ora di essere a San Piero.
Matteo è pronto con zaino, scarpe da trekking, tenda e torta al cioccolato preparata da mamma Cate.
Il grosso del gruppo aspetta in piazza di Fonte super attrezzato, si carica il bagaglio e poi tutti su Cinghio e si parte in direzione del bivio dell’Accolta, poi si sale verso il monte Perone circondati da un verde vigoroso e lussureggiante di una macchia che ha beneficiato delle piogge e ora ripaga con colori luminosi, c’è tanto elicriso e ancora qualche ginestra fiorita. Salendo il golfo di Marina di Campo dominato dalla Torre Pisana di San Giovanni si apre allo sguardo, poi passata la “pettata “ del Corvo, dove Cinghio vole la prima, ci lasciamo a destra il bivio del viottolo per l’eremo di San Francesco Saverio per poi incontrare l’elegante Pieve Romanica di San Giovanni, si continua sotto il fitto di pini, acacie e mimose, la banda fra scherzi e battute al vetriolo, snocciola nomi di piante e siti storici e non a pappagallo, ma collegando luoghi a eventi, piante a mestieri e periodi storici, è un momento di orgoglio estremo. Vorrei che ci fosse il Disperati a sentirli, si renderebbe conto delle cose che sanno sti Bamboli e quanto di più si potrebbe fare per l’Isolani e di conseguenza per l’Isola, se coi soldi della gente invece di organizza’ bevute per una cricca di pellai nelle fortezze di Portoferraio si portassero avanti questi progetti, ma non importa in qualche maniera li porteremo avanti lo stesso.
Arrivati al rifugio della Fonte di San Francesco, si lascia il furgone, zaini in spalla e si inizia a camminare in fila sul viottolo con il Calanche alle spalle. Una delle tante meraviglie dell’Elba è la grande varietà di ambienti e paesaggi in uno spazio limitato, in pochi minuti siamo passati dal mare alla montagna, perché siamo “solo” ad ottocento metri ma l’ambientazione e le sensazioni sono da montagna vera. Arrivati a Grotta le pecore i bimbi cominciano ad arrampicarsi sui graniti, poi in una minuscola radura sommersa da un mare di felce acquilina montiamo le tende. Mentre il sole sta tramontando sulla Corsica andiamo a fare un giretto fra i graniti dove gli Elbani del passato hanno lasciato numerose tracce della loro presenza, e poi mentre imbrunisce si rientra alla base insieme alla nebbia che sta calando veloce dai Fianchi del Calanche.
Nella concitazione della partenza ho lasciato sul furgone il convio e la torta e ceno mangiando la roba dei bimbi. Si passa la serata fra scherzi e racconti africani ed Elbani, poi all’improviso entra Ponente e  le tendine si gonfiano come cuffie di Polpo, quella di Valeria prende proprio il volo decollando come un ufo, ne lasciamo montate solo tre rinforzando gli ancoraggi, il gruppo nei momenti che serve si dimostra sempre unito e solidale e tutti collaborano per contrastare i disagi portati dal vento. Fa freddo, il vento ulula poderoso sbatacchiando i teli delle tende, vola tutto e qualcuno vorrebbe la mamma qui, ma nessuno è pentito di essere qui, anzi più è avventuroso e più ci si diverte. E’ venuta fuori una stellata incredibile e c’è un’aria così pulita che il continente e la Corsica sembrano vicinissimi.