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Alle 7 e mezzo la moto è tutta linda davanti all’officina che ci aspetta, giro di prova e si parte, a parte i freni funziona tutto.
Prendiamo la via per Tattouine e ci fermiamo al convento dei frati  francescani appena fuori dal centro. E’ un bel posto con una piccola chiesa, architettura da kasbak, chiacchieriamo un po’ con un frate francese, che ci parla della tolleranza della gente barbera e di come siano inseriti nella comunità locale, molto diversa è la situazione nelle zone arabe, i frati conservano gli arredi e i documenti dell’ ex convento algerino di Tibhirine, mi colpisce la lettera testamento di Christian de Chergé, uno dei sette frati uccisi dagli integralisti algerini nel 96, che ho voluto ricopiare integralmente dentro Posa di Sole. Lasciamo il convento e ci dirigiamo verso Tattouine, la moto è scarsa di potenza e quando si trova salita e fango Serena deve scendere, la cosa più divertente sono i guadi. Andiamo in direzione di Asfalo, lasciamo la moto dove finisce la strada e prendiamo il viottolo, la tenda non c’è più è stata spostata, andiamo alla casa dove ritroviamo Moha che sta arando con i muli e Hssein che cava patate. Si chiacchera un po’ e ci si da appuntamento a venerdì per accompagnare Fatima, che è incinta di otto mesi, all’ospedale per la visita ginecologica con un taxi, altrimenti sarebbe andata con il mulo insieme al marito.
L’idea è di andare a vedere le miniere di Mibladen, ma troviamo il motore con la ruota bucata e quindi bisogna spingere per una ventina di chilometri. Lungo la via incontriamo Eto e la nuora con gli asini che stanno andando a fare la legna, la tenda è stata spostata vicino a una sorgente  più in alto verso la montagna per essere più vicina ai pascoli. Dopo un paio di ore arrivo a Tattouine, dove ho la fortuna di incontrare Lassen, che vista la situazione mi viene incontro e mi dice di seguirlo, è un uomo gentile dalle mani enormi, ha una bella casa circondata da meli, con calma e abilità ripara la camera d’aria ormai maciullata, dà fuoco al mastice con l’ accendino e poi ci mette le toppe, mi spiega che lui è il meccanico di tutti a Tattouine, fa un lavoro egregio che gli porta via tanto tempo. Lassen è un Marocchino anomalo, mi sembra un contadino nostrano preciso e orgoglioso della sua campagna che è tenuta benissimo. Dopo una sempre gradita merenda rifiuto l’invito a rimanere nella bella casa fra i meli, si riparte ma dopo qualche chilometro ribuco. Rientro a Midelt che il sole ha già posato.