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Mut very small
Questa sosta a Mut comincia a diventare lunga, soprattutto pensando a quante cose meravigliose ci sono qui intorno, ma aggiornare il sito, scrivere e portare avanti i progetti richiede tanto tempo e questi lavori si possono fare solo quando come qui si trova la conessione internet. Ci vuole comunque costanza e disciplina anche in un viaggio senza scadenze fisse come questo e poi quando vedo quanto è già ricco l’archivio del viaggio provo una grande soddisfazione. Queste soste apparentemente insignificanti sono in realtà quelle che ti fanno capire meglio la quotidianità di una comunità. Dopo una giornata a scrivere nel tardo pomeriggio si esce per andare a vedere la posa di sole dal culmine della città vecchia, mentre si sta rientrando ci chiamano da una casa e ci invitano a prendere un the. È una casa molto povera con i pavimenti di terra, il capo famiglia ci accompagna nella stanza più bella, quella dove c’è la televisione e un paio di panche coperte da cuscini, le donne preparano il the però non si fanno vedere, la stanza si riempie di bimbi e ragazzine e come sempre diventa un festival di risate a guardare le foto e i filmati. In questa casa manca tutto quello che noi siamo abituati a pensare come normale, a cominciare dall’acqua corrente e dal gabinetto, ma al padre padrone la cosa non sembra riguardare più di tanto, se ne sta tranquillamente nella stanza della televisione a fumare e ad accumulare le cicche sul pavimento. Nonostante le nostre proteste manda via anche i bimbi che raggiungono le donne nella corte davanti all’abitazione, sembra inconcepibile ma è la normalità, in questa casa, come spesso nelle zone più povere, c’è una rassegnazione quasi compiaciuta della propria miseria, che viene vissuta come una volontà divina da accettare senza opporsi, quasi fosse un dono. Davanti alla stazione dei pullman della città vecchia c’è la microbottega di un cicciaiolo che invece di infilzare la carne negli spiedi come fanno tutti, la cuoce dentro una griglia con il manico, attrezzo che ostenta come un gran cimelio per dimostrare che lui, a differenza degli altri, ha lavorato come cuoco per gli europei a Sharm. Per far vedere alla concorrenza che si va a mangiare da lui, ci fa un prezzo stracciato, lui guadagnerà poco  ma i colleghi non lo sanno e penseranno che con noi ha fatto giornata. Ci dice che ammira la grande democrazia italiana e che il problema dell’Egitto è che non è un paese democratico, in un misto di lingue e continui fraintendimenti si chiacchera del più e del meno, Mohammed (si chiamano quasi tutti così) ci tiene a dire che lui a differenza di tutti gli altri è una persona acculturata perché guarda sempre la televisione satellitare e gli piaciono tanto Berlusconi, Sarkozy e la su moglie, che in Italia c’è stato il terremoto e l’inter milan è very good e lapo elkan è finocchio …. spinto da tanta cultura chiedo quanti abitanti ha Mut, all’improvviso gelo e silenzio, poi dopo aver consultato il vicinato la risposta è “small Mut, very small Mut, Cairo 25 milion, Alessandria 15 milion, Sharm Sheik small, Karga small” ….  Anche sulle tombe non imparo tanto “Le tombe sono di prima del mi nonno, sono islamiche, romane e faroiniche” però mi conferma alcune distanze:  Karga dista 20 pound e Luxor 150, l’erudito cicciaiolo mi saluta con un marziale forza italia. Sulla via di casa rincontro la famiglia dei cristiani conosciuti domenica, i due fratelli stanno facendo manutenzione alla loro principale fonte di sostentamento, un vecchio camion tedesco, mentre la mamma, dopo avergli portato il convio, prepara il the e gli tiene compagnia, il camione ha mezzo secolo (e non come modo di dire) ma mi dicono che marcia ancora benissimo e i due orgogliosi fratelli non hanno nessuna intenzione di cambiarlo perlomeno per i prossimi due decenni.