Image

Image

Image 

Si parte
Serena sta meglio, decido di partire per la Giordania per andare a fare dei controlli medici ad Amman, la Giordania è la soluzione migliore per fare le analisi mediche e nel contempo rinnovare il permesso di soggiorno, stanno scadendo i sei mesi in Egitto e come sospettavo a Kharga non si può fare, e poi è un’opportunità per vedere la Giordania e la mitica Petra che ho una gran voglia di rivedere. Mut mi è diventata familiare e questa partenza anticipata lascia un po’ di cose incompiute, ma sicuramente torneremo, anche perché voglio visitare approfonditamente il villaggio di Al-Qasr che abbiamo solo intravisto arrivando da Farafra e gli importanti siti archeologici vicini, il tempio di Deir al-Haggar e la famosa necropoli dipinta di Muzawaqa, mentre a sud di Mut i villaggi di Balat e Bashendi, dove nei pressi di Ain al-Asil, l’antica capitale dell’oasi di Dakhla nel periodo faraonico, si trovano sei grandi Mastabe in mattone crudo costruite circa quarantaquattro secoli fa durante la VI dinastia per onorare e ostentare il prestigio dei potenti governatori della regione. Ma ora la priorità è la salute. Dopo le solite trattative alle 20,30 si parte con un bus che collega direttamente Mut alla stazione centrale del Cairo, l’avvio è lento si attraversa la cittadina fermandosi tre o quattro volte, dal finestrone lezzo del pullman vedo scorrere le solite scene di quotidianità, i carretti che rientrano dalla campagna, i venditori di minestra, i poliziotti abulici, poi la strada ritrova il deserto e il torpedone si lancia veloce nella notte buia fermandosi solo agli immancabili posti di blocco dei militari . la monotonia del viaggio è bruscamente interrotta da un incidente, un pik up è uscito fuori strada ribaltatosi con il carico di pecore e capre, l’autista, turbante e galabiyya bianca, se ne sta immobile seduto a bordo strada, mentre tutt’intorno gli agnelli e capretti irrigano il deserto con grandi pisciate di terrore, dentro la gabina del furgone ci sono due capre che ritte sui sedili si stanno mangiano la pelliccia di un parente stesa sul cruscotto. Qui viene fuori la solidarietà islamica, dal pullman scendono tutti a sincerarsi sulle condizioni dei due ruzzolati e poi dopo gli opportuni ringraziamenti ad Allah, al grido “arabìa arabìa” i passeggeri del bus raddrizzano il pik up e lo rimettono in strada. È mezzanotte quando si arriva a Kharga, il capoluogo del governatorato della nuova valle, una sosta breve nella scarna stazione e si riparte.