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Assssariiiaa!!
Ancora un venerdì di grandi preghiere, il giorno dedicato ad Allah, oggi l’aria è così calda che si fatica anche a respirare, in serata complice un accenno di brezza la temperatura diventa accettabile. La sera del venerdì dopo una giornata di quasi totale chiusura delle attività, tutto riprende vita e anche i fratelli “Assaria” dopo il giorno di riposo, (giovedì pomeriggio e venerdì mattina) riprendono a lavorare nel loro forno con il solito ritmo frenetico, anzi se possibile ancora di più perché è questo il massimo momento di attività della settimana, nel giorno di festa in tanti vengono per prendere le fitir zuccherate da portare a casa. Di solito sono gli uomini che le vengono a prendere per la famiglia, capitano anche tante auto con tutta la famiglia, ma scendono solo i genitori a volte accompagnati dai figli maschi o dalle bimbe se piccole, mentre le donne e le ragazze aspettano sempre in macchina. Poi ci sono sempre tante persone come noi che si mangiano la frittella zuccherata, hanno una grande richiesta anche perché sono gli unici a Mut che lo fanno, perlomeno come attività. Il dolce è molto semplice si tratta di un impasto tipo pasta di pizza tirato molto fine che viene farcito con un ripieno di latte e zucchero mescolati e amalgamati tanto da sembrare crema e poi chiuso come un calzone quadrato, infine messo nel forno per un paio di minuti. È un lavoro veloce e meccanico che richiede grande velocità e maestria, i tre fratelli lavorano di squadra con grande affiatamento, dandosi il cambio con regolarità. Il primo ruolo è quello del rifornitore, che non deve mai far mancare al forno le bombole del gas, lo zucchero -quello a velo viene portato a secchi- e dei pani di pasta lievitati che vengono preparati a casa dalle donne. Per svolgere questo lavoro si muove con un biciciclo con un gran cassone anteriore che serve per portare le varie merci, mentre quando non è impegnato nei trasporti, mette lo zucchero a velo e taglia i fitir prima di consegnarli ai clienti, e di solito riscuote. Il secondo ruolo è quello del “mattarellista” che prende i pani di pasta, li stropiccia un po’ e poi li stende con il matterello per poi passarli al terzo che ha il compito più difficile e faticoso, ma anche il più spettacolare, lavora con grande abilità la pasta volandola e tirandola sottilissima, poi con il mestolo ci sparge l’impasto di latte e zucchero, lo chiude, lo mette dentro una teglia e poi lo inforna, il caldo davanti al forno è terribile e ad ogni infornata sembra che prenda fuoco, uno non può resistere tanto a quelle temperature e infatti si danno il cambio spesso. “Assaria” vuol dire veloce e viene detto continuamente, anche perché è pertinente per tutte le fasi ed è diventato anche il saluto che ci accoglie ogni volta che arriviamo “Assssariiiaa!!” oltre che un altro prezioso vocabolo nel mio scarnissimo vocabolario arabo.