marrakesh
Durante la notte il bus si rompe, dopo un paio d’ore di sosta si arriva lentamente a Laayonne e si cambia corriera, si viaggia spediti, attraversiamo Tarfaya senza fermarci, solita sosta per comprare e farsi arrostire la carne a Akfenir e poi dritti fino a Tan Tan Plage, il deserto dopo la pioggia è veramente fiorito, piccoli fiori bianchi e gialli adornano i pochi cespugli ora verdi.
Risalendo, la sabbia lascia il posto a un ambiente via via sempre meno arido, si può cominciare a parlare di campagna. Lo sguardo mi viene rapito da una ragazza che pascola le capre con un vestito verde tutto luccicante. Arriviamo a Iznegane dove dobbiamo cambiare. Quello che all’andata mi era sembrato il primo vero contatto con l’Africa mi sembra ora una città europea. E' incredibile come ci si adatti rapidamente alle nuove situazioni, tutti di tirano da tutte le parti e ti vogliono portare a Marrakech, i prezzi e gli orari variano continuamente, è veramente un altro Marocco. Alla fine prendiamo un pulman che partirà alle sette e arriverà verso mezzanotte. I venditori di tutto salgono sul pulman così come chi chiede l’elemosina.
Appena partiti due ragazzi fanno un specie di predica, capisco solo che hanno bisogno di soldi e che scendono ad Agadir. Mi sorprende vedere che hanno elemosinato tanti soldi , almeno 300 Dirham. Si sale verso Marrakech. Prima di arrivare ci si ferma in un enorme stazione dove cucinano Tajines, polli arrosto, oltre alla solita carne, è tutto grande frenetico e industriale ho già nostalgia del Sud.

Il primo impatto con la “città del Marocco” non è bello sembra una città come tante, tutte uguali specialmente di notte.